Che il marketing digitale abbia sviluppato una vera e propria ossessione per gli acronimi, lo sapevamo già: SEO, SEM, SEA e molti altri sono sigle familiari a chiunque faccia marketing online. PPC è una di queste e significa “Pay-Per-Click”. Molte piattaforme online, che vanno dai social media ai motori di ricerca, offrono la possiblità a persone ed aziende di pubblicizzare il proprio business tramite annunci a pagamento. In realtà, fare PPC Advertising può essere meno intuitivo di quanto sembri e per questo motivo sono disponibili diverse piattaforme che aiutano l’utente ad ottimizzare le proprie campagne online. Vediamo insieme cosa significa fare PPC e quali strumenti possono aiutarci.

I CANALI DEL PPC MARKETING

Per Pay-Per-Click si intende un modello di online marketing in cui gli inserzionisti pagano ogni volta che un utente fa click sul relativo annuncio. In poche parole, si tratta di una modalità di marketing attraverso cui aziende e persone hanno la possibilità di comprare visibilità per se stessi o per i propri prodotti. D’altronde, le modalità operative e le meccaniche delle campagne variano profondamente a seconda dei canali utilizzati.

Google è la piattaforma per eccellenza su cui poter fare pubblicità pay-per-click e in questo caso, poiché si utilizza come canale di riferimento un motore di ricerca, possiamo parlare del PPC come di una modalità di Search Engine Advertising (SEA). L’obiettivo del SEA è quello di comparire nei primi risultati non organici della ricerca.  

D’altronde, il sistema delle aste implementato da Google è stato ripreso in maniera piuttosto simile anche dal colosso dell’e-commerce Amazon (Amazon PPC) e servizi di PPC sono presenti anche sui maggiori social media quali Facebook, Instagram, LinkedIn e Reddit. 

IL CONTRIBUTO DELLE PIATTAFORME DI OTTIMIZZAZIONE PPC

Portare avanti una campagna PPC richiede almeno quattro fasi: preparazione, implementazione, monitoraggio e aggiustamento. In particolare, le ultime due fasi, se gestite manualmente, possono risultare piuttosto lente, nonché poco efficaci. Monitorare le campagne PPC e prendere delle decisioni esclusivamente sulla base dei dati forniti dalla piattaforma su cui si sponsorizza, infatti, oltre ad essere un processo lungo che impegna risorse, spesso non basta a garantire visibilità.  E’ fondamentale una conoscenza approfondita del proprio target di riferimento, dei competitors, delle parole utilizzate dai propri (potenziali) clienti per trovarvi online e molto altro. C’è bisogno di dati, in poche parole. Ed è qui che intervengono le piattaforme PPC.

Una piattaforma PPC non è altro che un software sviluppato con lo scopo di gestire, aggiornare e modificare automaticamente le campagne PPC. La disponibilità di grandi banche dati, del machine-learning e di algoritmi innovativi permette a questi software di prendere in maniera automatica decisioni razionali con lo scopo di permettere all’annuncio di trovarsi sempre nelle prime posizioni. In particolare, una piattaforma PPC può aiutare a:

·         Trovare nuove parole chiave

·         Eliminare le parole chiave inefficaci

·         Aggiornare le offerte per le parole chiave a seconda dei dati sull’offerta media

·         Targettizzare il pubblico e mettere in evidenza i segmenti più profittevoli

·         Creare landing page più pertinenti, esaustive ed accattivanti

·         Gestire vasti assortimenti sulle piattaforme di e-commerce (Amazon, Ebay etc.)

 

·         Minimizzare l’AcoS (Advertising Cost of Sale)

MARKETING BEFORE ADVERTISING

La tecnologia aiuta, ma da sola non è sufficiente. La pubblicità PPC, infatti, oltre ad essere presente su Google, si può trovare anche su Amazon e su social network quali Facebook, LinkedIn o Twitter. Preparare una campagna PPC, dunque, significa scegliere un canale di comunicazione che a sua volta dipenderà dal tipo di messaggio che si vuole trasmettere e dal pubblico di riferimento che si vuole raggiungere. La definizione delle strategie, dunque, diventa uno step fondamentale per permettere una reale integrazione tra gli obiettivi di business e gli strumenti pubblicitari prescelti. In poche parole: marketing before advertising.

 

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Fonti:
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