I social sono antisocial?

“NON voglio che mio nipote sia sui social network”. a pronunciare questa frase non uno zio di altri tempi, ma Tim Cook, amministratore delegato di Apple, la società tecnologica per eccellenza, che si aggiunge così ad una corposa lista di manager della Silicon Valley critici.

I colossi della tecnologia contro la tecnologia

Secondo il Guardian, Cook avrebbe pronunciato questa frase parlando all’Harlow college in Essex, Gran Bretagna, aggiungendo che l’uso della tecnologia nelle scuole dovrebbe essere limitato. “Non ho figli – ha detto – ma ho un nipote a cui ho messo dei paletti. Ci sono delle cose che non permetto, non voglio sia sui social network”.

Le preoccupazioni di Cook sono del tutto fondate poiché l’impatto dei social media sulla società amplifica qualsiasi intenzionalità sia nel bene che nel male. Nei suoi aspetti migliori i social ci permettono di esprimerci e di partecipare alla vita quotidiana. In quelli peggiori diventano uno strumento che consente alle persone di diffondere disinformazione ed erodere la democrazia stessa, influenzando il modo in cui le persone pensano e si comportano. Ma il lato peggiore è che questi eventi occorrono ogni giorno senza che le persone se ne accorgano.

La straordinaria redditività dei social media è dovuta, in gran parte, allo scarico di responsabilità  dei contenuti delle loro piattaforme, che la maggior parte nemmeno paga.  I social media sono antisocial perché “ingannano i loro utenti manipolando la loro attenzione e dirigendola verso i propri obiettivi commerciali. Inoltre provocano deliberatamente la dipendenza ai servizi che forniscono, il che è molto pericoloso soprattutto per gli adolescenti” dice GEORGE Soros, finanziere e imprenditore ungherese. Ma non è solo questo: “Nella nostra era digitale le social media company stanno inducendo le persone ad abbandonare la loro autonomia. E le persone senza libertà di pensiero possono essere manipolate con facilità, come dimostratosi nel recente scandalo di Facebook.

I social più antisocial…

Un’indagine della Royal Society for Public Health su un gruppo di giovani fra i 14 e i 24 anni analizza i social più deleteri per la salute mentale. Tra i risultati, Instagram risulta creare i danni più seri e permanenti alla nostra salute. Infatti, la piattaforma di condivisione foto e video si è arricchita negli ultimi mesi di numerose altre funzioni che ci fanno spendere maggior tempo sull’app. E d’altronde, la sua nocività non è una novità visto che da anni finisce ciclicamente sotto accusa per la sua natura, in grado di costruire con gli hashtag più diversi e criptici nicchie di contenuti problematici e disturbanti, da quelli proanoressia fino ai più complessi fenomeni giovanili di autolesionismo.

Tuttavia, Il giudizio su questo network è in realtà più sfumato e per certi versi appare perfino contraddittorio. Di fatto, Instagram ha raccolto punteggi elevati in termini di promozione della propria identità, quindi un’app positiva per l’espressività personale. D’altro canto, è da considerarsi negativa perché causa ansia, depressione e la celebre Fomo, (fear of missing out), la sindrome da esclusione che getta le persone nel panico quando sono disconnesse e non possono seguire costantemente gli aggiornamenti in bacheca. Diversamente da quello che si pensa, la Fomo è sempre esistita, ma l’avvento dei social ha incrementato notevolmente il numero di persone che ne soffrono. Un’altra ragione che dovrebbe far capire quanto i social siano nocivi per la nostra salute.

Si può vivere senza i social?

Riusciamo ancora a fare nuove amicizie, conoscenze, discussioni, innamorarci o litigare senza dover passare dai social? Data la dipendenza comune, sarebbe doveroso fermarsi un attimo e capire bene il filo sottile che lega vita e tecnologia. Non entrare in ansia qualora dovessimo dimenticare a casa il nostro smartphone. Mettere giù il telefono e su lo sguardo per essere davvero social. O più semplicemente dovremmo nuovamente imparare a vivere. La tecnologia è importante, e non dobbiamo temere il progresso perché vorrebbe dire rallentare l’evoluzione e il futuro. Ma come tutte le cose, anche la tecnologia va utilizzata con cautela, con intelligenza e con moderazione.

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