IL CLICKBAITING: COME CREARE E RICONOSCERE TITOLI CLICKBAIT

Clickbait (o Clickbaiting) significa letteralmente “esca da web” ed è una parola che indica quei contenuti web che hanno la sola funzione di attrarre il maggior numero di click da parte degli utenti. In italiano si dicono anche acchiappalike e spingono gli utenti a cliccare su determinati link, solitamente articoli, facendo leva su aspetti legati alla curiosità e alle emozioni.

COME SI PRESENTA UN TITOLO CLICKBAIT?

Una frase sensazionalistica, un titolo che fa immaginare che l’articolo che si sta per leggere contenga una notizia incredibile. Un esempio?
“Non accarezzare più il gatto: i medici spiegano perché è pericoloso”. Chi non cliccherebbe su un titolo del genere? Gran parte dei possessori di un gatto, leggendo un siffatto titolo, vorrebbe sapere perché dovrebbe rinunciare ad accarezzare il gatto e cosa hanno da dire i medici in proposito. Quali scoperte sensazionali si nascondono dietro questa pratica così comune e, apparentemente, così innocua?
La pratica del clickbaiting viene esercitata su siti web e blog, ma anche su piattaforme come Youtube: gli youtuber, detentori di canale dalla più svariata natura, per i video postati scelgono titoli che non corrispondono realmente al loro contenuti, ma hanno il solo scopo di portare l’utente a cliccare. Il fine ultimo? Aumentare le visualizzazione, in special modo per quei canali che hanno attiva una monetizzazione. Guadagnano, cioè, a seconda dei click che ricevono. 

CLICKBAITING: PERCHÈ SI FA?

Quotidianamente, da qualche anno, subiamo l’incessante flusso di titoli clickbait. Essi sono aumentati col diffondersi dei social network.
Ma cosa si nasconde dietro i titoli acchiappaclick?
Il clickbaiting è una pratica che può essere considerata a pieno titolo una strategia di marketing.
Oggigiorno i siti web di qualunque natura e scopo, sono tantissimi, per non parlare del proliferare di blog e quotidiani online. La competizione è alta e ognuno cerca di attirare l’attenzione di più persone possibili, per accaparrarsi una fetta di audience.
La stessa notizia, quotidianamente, campeggia su decine di siti, i quali cercano di comunicarla a quante più persone possibili e prima degli altri. Ogni giorno un blogger si sveglia e sa che dovrà postare prima e meglio degli altri, per poter essere competitivo. Ma spesso questo non basta.
La competizione è così alta che postare prima e meglio degli altri non è sufficiente, ci vuole quel qualcosa in più che faccia la differenza. E’ qui che entrano in gioco i titoli clickbait: dare ad un articolo un titolo accattivante per far sì che l’utente clicchi, sembra proprio una buona idea.
Più titoli sensazionali, più click, più traffico sul sito web = più guadagno. E’ il principio del curiosity gap, che mira a creare titoli o headline d’impatto, che possano stimolare la curiosità dell’utente e motivarlo a leggere oltre.

 

HO CLICCATO UN TITOLO CLICKBAIT, E ORA?

Cosa accade una volta cliccato su un titolo clickbait?
Di solito ci si trova di fronte ad un articolo che non contiene quanto promesso dal titolo, ma magari qualcosa di lontanamente correlato.
Tornando all’esempio dell’articolo dal titolo “Non accarezzare più il gatto: i medici spiegano perché è pericoloso”, cliccandovi su ci si potrebbe imbattere in un articolo che spiega perché è bene assicurarsi che il proprio gatto sia pulito e vaccinato prima di lasciarlo dormire sul divano, ad esempio.
Il titolo è sensazionalistico, ma il contenuto lascia a desiderare.
In altri casi, invece, è possibile che l’articolo non esista affatto, ma ci si ritrovi a cliccare su un contenuto che riporta ad un sito zeppo di banner pubblicitari e nient’altro.

FARE CLICKBAITING È RISCHIOSO: ECCO COSA PROVOCA

Quindi, messa in questi termini, basterebbe inventare un titolo sensazionale per far sì che le persone clicchino sull’articolo e regalino un guadagno, seppur immeritato, al sito che lo ospita.
Ma le cose non stanno propriamente così.
Spingere una persona, anche se curiosa e credulona, a cliccare con “l’inganno”, costituisce un imbroglio ai danni degli utenti di internet e della rete stessa, i cui contenuti vengono compromessi da notizie di bassa qualità.
Proporre dei titoli acchiappalike forse, in un primo momento, porterà ad un guadagno, ma non è questa una pratica che può avere vita lunga: quando un sito è tacciato di pratiche scorrette, ha macchiato la propria reputazione.
La pratica del clickbaiting può rivelarsi molto pericolosa, poiché pone il sito che la attua in una luce poco professionale e quindi poco affidabile.
Ma, allo stesso tempo, esistono diversi modi per accaparrarsi i click degli utenti: il clickbait moderato, quello che non fa male e non porta danni né al sito, né alla rete in quanto aggregatrice di feed.

COME SI FA UN "SANO" CLICKBAITING?

Come per tante altre cose, anche la pratica del clickbaiting non ha solo risvolti negativi.
Accendere la curiosità degli utenti non è illegale, anzi, è lo scopo principale di qualunque blog o sito web che sia online. Il fine ultimo di ogni pubblicazione, è quello di essere letta. Esistono, perciò, vari livelli di clickbaiting, dal più innocuo al più aggressivo. Esistono pratiche che non fanno danni e, anzi, ogni scrittore del web dovrebbe conoscere, e pratiche meno innocenti.
Come si fa, quindi, un clickbait pulito? Ecco tre semplici regole:

STIMOLARE LA CURIOSITÀ

Il titolo e l’headline di un articolo sono fatti per dare un assaggio di ciò che l’utente andrà a leggere. E’ bene stimolare la curiosità utilizzando un titolo che contenga delle parole che possano anticipare l’argomento del testo, generando curiosità trasmettendo il messaggio “se vuoi saperne di più, devi cliccare”. 

...MA MANTENERE LA PROMESSA

Allo stesso tempo, però, bisogna mantenere la promessa fatta. Se, ad esempio, nel titolo si parla di un determinato argomento, il testo dell’articolo deve parlare esattamente di quello, senza divagare o tergiversare, spegnendo l’interesse del lettore e generando in lui delusione.

EVITANDO FRASI TROPPO SENSAZIONALISTICHE

I titoli sensazionalistici da un lato fanno sì che le persone clicchino, ma dall’altro generano assuefazione. Tutti i giorni si è letteralmente sommersi da titoli clickbait che trasmettono del sensazionalismo, e gli utenti si stanno abituando a questa pratica. E’ per questo motivo che hanno cominciato ad evitare quegli articoli che riportano titoli scoop e troppo incredibili per essere veri.